Domenica 3 novembre, si è concluso il 52° Premio Riccione per il Teatro. La giuria presieduta da Umberto Orsini e composta da Sonia Bergamasco, Elio De Capitani, Alessandro Gassmann, Fabrizio Gifuni, Claudio Longhi, Fausto Paravidino, Isabella Ragonese ed Emanuele Trevi ha proclamato i seguenti vincitori.
52° Premio Riccione per il Teatro
Ritratto di donna araba che guarda il mare di Davide Carnevali.
Il riconoscimento principale è stato assegnato a Davide Carnevali per Ritratto di donna araba che guarda il mare, testo nelle parole della Giuria “impastato di freddezza e sensualità, nutrito di un sentimento tragico del reale e percorso da un linguaggio dalla elegante e tersa geometria (con evocative ripetizioni stilistiche, variazioni e nuances)”. Un uomo europeo e una donna nordafricana, spinti rispettivamente dalla curiosità e dalla speranza, si incontrano cambiando così il destino di ognuno. Un testo sulla condizione della donna e sul potere dell’uomo, una lotta verbale che genera distanza e alimenta l’incomprensione tra esseri umani già diversi tra loro. Prosegue così la Giuria: “Il raffinato e personalissimo sguardo dell’autore, che si serve di una visionarietà vivida e capace di dare consistenza teatrale alla narrazione, si posa sull’immedicabile distanza che ostacola ogni possibilità d’incontro tra esseri umani, per poi raggelarsi in un finale dalla apparente quiete, insieme funerea e rassicurante (‘Niente. Non è successo niente’)”.
- Con Variazioni sul modello di Kraepelin, Davide Carnevali si è aggiudicato il premio “Theatertext als Hörspiel” al Theatertreffen di Berlino, il “Marisa Fabbri” al Premio Riccione per il Teatro (entrambi nel 2009), e il premio delle “Journées de Lyon des auteurs” nel 2012. Come fu che in Italia scoppiò la rivoluzione ma nessuno se ne accorse ha ricevuto il premio “Scintille” del Festival Asti Teatro 2010 e il “Borrello alla nuova drammaturgia” 2011.
10° Premio Riccione “Pier Vittorio Tondelli” (al miglior testo di un autore under-30)
Homicide House di Emanuele Aldrovandi.
Indebitato per problemi di lavoro, un uomo finisce vittima di un gioco al massacro riservato a facoltosi in cerca di emozioni forti. Un gioco che non lascia scampo e che affida all’uomo il compito di spiegare al mondo, con ipocrisia e falsità, una storia troppo complicata. La Giuria ha giudicato Homicide House una “sinistra e infantile parabola sugli incerti confini tra il vero e il falso, testo introspettivo dal piglio ironico-favolistico… Un’idea originale alla base della scrittura e un linguaggio disinvolto e agile nell’alternare isolati e funzionali monologhi a fulminanti e accesi dialoghi fanno del testo un riuscito e promettente esperimento”.
- Emanuele Aldrovandi vive fra Milano e Reggio Emilia, dove collabora stabilmente come dramaturg e insegnante di scrittura con il Centro Teatrale MaMiMò. Fra i riconoscimenti ricevuti il Premio nazionale di teatro Luigi Pirandello 2012 per Felicità, la segnalazione al Premio “Hystrio, Scritture di scena” nel 2012 per Funziona meglio l’odio e il Premio “Fersen” alla drammaturgia 2013 per Il generale.
Al vincitore del 52° Premio Riccione per il Teatro è assegnato un premio di 5.000 euro, cui si aggiunge un premio di produzione di 20.000 euro per concorso alle spese di allestimento del testo. Al vincitore del "Tondelli", è invece attribuito un premio di 3.000 euro + 7.000 euro come sostegno alla produzione. Come già accaduto nel 2011, la giuria ha inoltre assegnato una menzione speciale alla memoria di Franco Quadri. A questa si aggiungono due segnalazioni a testi ritenuti particolarmente meritevoli.
Menzione speciale "Franco Quadri"
Loro di Maurizio Patella.
Rielaborazione teatrale della vicenda vera di Pier Fortunato Zanfretta, metronotte ligure che a partire dal dicembre del 1978 si dichiara protagonista di una serie di “rapimenti” da parte di alieni tenendo con il fiato sospeso milioni di italiani: “un monologo appassionato e partecipe, capace di coniugare virtuosismo stilistico e ricchezza di affabulazione”.
Segnalazioni speciali
Best friend di Giuseppe Tantillo.
Segnalato "per il vibrante e disarmato lirismo della sua clownerie grottesca e surreale, capace di demistificare con piglio ludico il mito dell’eternità dei legami con la totale inverosimiglianza del suo linguaggio e delle sue situazioni".
Chiudi gli occhi di Patrizia Zappa Mulas.
Segnalato “per il coraggio con cui l’autrice, invece di accontentarsi di navigazioni di piccolo cabotaggio intorno a soggettività ripiegate su di sé, si impegna a rappresentare uno dei grandi conflitti ideologici e morali del nostro tempo, scegliendo di indagare il complesso intreccio di modernità e arretratezza che contraddistingue l’Islam e il suo rapporto con l’Occidente”.