A quattordici anni dalla conquista del Premio Riccione per il Teatro, e dopo anni di successi, torna in scena Avevo un bel pallone rosso di Angelà Dematté. L’appuntamento è dal 3 al 5 novembre al Teatro Oscar di Milano.
“Avevo un bel pallone rosso e blu, ch’era la gioia e la delizia mia. S’è rotto il filo e m’è scappato via, in alto, sempre più su. Son fortunati in cielo i bimbi buoni, volan tutti lassù quei bei palloni.” Questa filastrocca – l’allegoria dell’anelito di tutta una vita – era scritta sul quaderno di una bambina di montagna, Margherita “Mara” Cagol. Nella pièce, attraverso i dialoghi tra Margherita e suo padre, si racconta la vicenda di una ragazza cattolica poi diventata una delle fondatrici delle Brigate Rosse. Soprattutto, si delinea il drammatico rapporto tra un padre e una figlia, un rapporto segnato da un affetto profondo, ma in cui la storia e le scelte personali scaveranno un solco terribile.
Dopo due fortunate versioni teatrali dirette da Carmelo Rifici, nel 2009 e nel 2018, Avevo un bel pallone rosso torna in scena in occasione di una riflessione più vasta sull’ideologia. Andrea Castelli interpreta nuovamente il padre e qui dialoga con l’autrice stessa, Angela Dematté (produzione TrentoSpettacoli).
Per tutte e tre le serate lo spettacolo sarà introdotto da tre incontri sul tema eterno e sfuggente del male (Tre porte sulla notte, ovvero: l’altra faccia di Halloween).
– La prima sera saranno ospiti l’ex brigatista Franco Bonisoli, membro del commando che il 12 marzo 1978 rapì Aldo Moro uccidendo la sua scorta, e Adolfo Ceretti, professore ordinario di criminologia e docente di mediazione reo-vittima all’Università degli Studi di Milano-Bicocca. Il percorso umano di Bonisoli getterà luce sugli Anni di Piombo, ma anche sulla necessità di di riscattarci facendo un passo decisivo oltre il baratro delle nostre azioni.
– Nella seconda sera sarà trattato il tema dei migranti, gettando uno sguardo storico oltre che geopolitico sul dramma dell’Africa di oggi. Ospite il giornalista e scrittore Gabriele Del Grande, autore per Mondadori del volume Il secolo mobile. Storia dell’immigrazione clandestina in Europa.
– Il terzo incontro sarà dedicato al difficile tema della “cancel culture” e della “political correctness”: difficile perché un atteggiamento che può apparire pericolosamente semplificatorio e aperto a derive illiberali ha le sue radici proprio nel cuore della democrazia. Aiuterà nella riflessione Andrea Simoncini, ordinario di diritto costituzionale all’Università di Firenze.
Ingressi
– Avevo un bel pallone rosso: biglietto unico 12 euro.
– Tre porte sulla notte: biglietto unico 5 euro; ingresso gratuito presentando un biglietto valido per una replica dello spettacolo Avevo un bel pallone rosso.
Link: https://www.oscar-desidera.it
Dal verbale della giuria del 50° Premio Riccione per il Teatro (2009)
“Attraverso il rapporto tra un padre e una figlia, Mara Cagol fondatrice delle BR, il testo riesce ad affrontare uno snodo cruciale della storia italiana, che ha aperto una ferita non ancora rimarginata nella nostra coscienza civile. Il conflitto generazionale più classico tra presunta saggezza della tradizione e furori giovanili trova una singolare consistenza teatrale nel sapiente uso della lingua, in una dinamica di tensione fra l’impianto dialettale, che permette la comunicazione familiare, e l’inadeguatezza di una lingua nazionale che la interrompe. Nonostante l’esposizione acerba dell’iter cronologico della vicenda, sorprendono la straordinaria capacità di trasmettere emozioni profonde e insieme lo studio documentaristico che la giovane autrice ha condotto proponendo alla nostra distratta attenzione materiali parzialmente rimossi.”
– Giuria: Umberto Orsini (presidente), Valerio Binasco, Andrea De Rosa, Rodolfo Di Giammarco, Federica Fracassi, Cesare Lievi, Piero Maccarinelli, Fausto Paravidino, Lorenzo Pavolini, Ottavia Piccolo.